Lunedì 29 Aprile 2024

Tour de France 2018, tappa 8: le pagelle di Angelo Costa

Groenewegen nuova certezza della velocità, Gaviria fa a testate

Dylan Groenewegen a braccia alzate (LaPresse)

Dylan Groenewegen a braccia alzate (LaPresse)

Amiens, 14 luglio 2018 - Ecco le pagelle dell'ottava tappa del Tour de France, la Dreux-Amiens di 181,5 chilometri. Nuovo arrivo in volata: dopo il successo di ieri, si è imposto ancora Dylan Groenewegen, olandese della Lotto Nl-Jumb. 

10 a Groenewegen. Dopo aver zittito tutti a Chartres, stavolta fa segno alla platea che i velocisti si sono equamente divisi gli sprint: anche lui ne ha vinti due, come Gaviria e Sagan. Primo un anno fa sui Campi Elisi, si candida a nuova certezza della velocità nel momento in cui altre firme di prestigio, come Cavendish o il desaparecido Kittel per un verso o per l’altro si mostrano in declino. Anche stavolta si dimostra incontenibile nella sua esplosività: per un velocista, il massimo.

7 a Van Avermaet. Senza dar troppo nell’occhio, raccoglie un altro secondo di abbuono su quei traguardi, chiamati dai francesi point bonus, che a venti chilometri dall’arrivo non sembrano interessare nessuno. A lui interessa restare in giallo e, nel dubbio, non lascia nulla di intentato. Così, nella domenica consacrata alla Rubè, potrà inseguire un desiderio che lo accompagna da quando è salito in cima alla classifica: riuscire a vincere in giallo una tappa memorabile.

6 a Craddock. Corre dal primo giorno con una microfrattura alla scapola, per via di una caduta causata da una spettatrice, e non intende fermarsi: posizionato sempre in fondo al gruppo per non incontrare rischi, procede regolare e regolarmente conclude la tappa. Ne ha portate a termine sette dopo l’incidente, ma soprattutto dopo la promessa di donare cento dollari al velodromo della sua città ogni giorno che arriverà al traguardo: di questo passo, rischia pure che gli intitolino l’impianto.

4 a Gaviria. Prima perde la scia dei compagni in un chilometro finale in cui molti velocisti smarriscono i rispettivi treni. Poi perde la calma, prendendo a testate Greipel che ha il torto di averlo stretto, nemmeno con cattiveria, alle transenne. Conclude lo sprint con un secondo posto che gli sta persino stretto e se lo vede togliere dalla giuria che retrocede lui e il tedescone, anche se le colpe maggiori sembrano del colombiano. E non solo per aver sprecato un’occasione ghiotta.

2 alla Francia. C’era una volta la festa nazionale, che stimolava i corridori di casa quasi come un podio a Parigi: quel richiamo, stavolta, non si sente. Un corridore in fuga, Fabien Grellier, senza l’idea che possa arrivare fino in fondo, un velocista, Arnaud Demare, che chiude quinto grazie alle penalizzazioni altrui. Nel conto anche la caduta che fa perdere oltre un minuto ad Alaphilippe. Decisamente non è giornata, sperando che il day after vada meglio: ad esempio, nel calcio.

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